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Scoprire Martina

 
Post #1


Scoprire Martina..... La continuazione di Conoscere Martina ....Saliti in macchina, ci avviammo verso la stazione, data l'ora il traffico era molto scorrevole ed ero sicuro che sarei arrivato in tempo per la partenza del treno."Grazie per il passaggio, non sarei mai arrivata in tempo alla stazione".Avevo ancora la sua frase che mi girava in testa, risposi: "Se andavi a piedi, non saresti mai arrivata in tempo, poi con i piedi bagnati nei sandali rischiavi di scivolare". Martina intuì subito il senso del mio discorso e replicò: "Ti stai riferendo a quello che ti ho detto detto in cucina?", io: "Non è da tutti i giorni che una completa sconosciuta mi parli dei suoi feticci", e lei: "Sai per me non sei uno sconosciuto, ho visto delle tue foto da Teresa, in più al suo matrimonio, c'ero anche io, tu eri accompagnato e sicuramente non ti ricorderai", io arrossii più per la figura di merda che altro e replicai: "Ehm, al matrimonio di Teresa e Paolo stavo ancora con Nadia, mi ricordo poco visto il tasso alcoolico della festa, ma se ne porti un bel ricordo, non devo essere stato particolarmente fastidioso", lei :"No, mi hai colpita in pieno, soprattutto quando ci siamo incontrati in bagno, ti stavi girando dal vespasiano ed avevi ancora il cazzo fuori dalla cerniera", a quel punto partii con un grassa risata ed esclamai: "Spero di averti turbato il sonno". In realtà non mi sono mai sentito un super dotato, praticando sport di squadra da molti anni, avevo avuto occasione di confrontarmi con molti maschietti sotto la doccia e mi sentivo nella norma dei ragazzi alti come noi, anche se non mi ero mai messo a fare a gara a "chi ce l'ha più lungo o grosso" con il cazzo in tiro sotto la doccia.Lei infatti rispose: "Mi ha colpito il neo sul pene", a quel punto mi chiesi come fosse possibile che Martina avesse visto il mio neo sul pene in una frazione di secondo, ma non potendo smentire replicai: "Hai la vista di un falco!" e nel frattempo il mio fratellino cominciava a spingere nella patta. Continuai: "Beh, sai che ne ho un secondo proprio vicino al frenulo?, ma quello non potevi vederlo da sopra!" e lei, dopo aver nuovamente abbozzato il suo sorriso malizioso, che potei notare solo con la coda dell'occhio visto che ero alla guida, mi rispose: "No quello no, ma c'è sempre tempo!". A quel punto iniziò la classica situazione di imbarazzo, io stavo pensando a cosa dire, la stazione si avvicinava sempre di più... passati 30 secondi a pensare se Martina mi piacesse veramente, mi resi conto che mi era entrata in testa come nessun altro prima e così la invitai ad uscire per la sera successiva.Lei accettò e ci accordammo di trovarci nella sua città per la sera successiva, appuntamento in un locale che al tempo era molto frequentato per l'aperitivo. Le detti il mio numero.Arrivammo in stazione mi girai per salutarla e lei: "Grazie per il passaggio... e ...per l'invito" e mi pose le sue labbra, io come fosse la cosa più naturale al mondo avanzai verso di lei ed iniziammo ad intrecciare le nostre lingue come due fidanzatini. Ma dopo alcuni interminabili secondi, Martina si rese conto che il treno era in partenza, mi salutò e scese dalla macchina entrando in stazione verso i binari quasi correndo. Io decisi di seguirla per accertarmi che non perdesse il treno e la vidi salire sullo stesso proprio un momento prima che si chiudessero le porte.Tornai sui miei passi e dopo aver ripreso la macchina mi avviai verso casa, avevo una sensazione strana, il cazzo era rimasto barzotto e per tutto il viaggio rimasi con il dubbio che Martina non mi piacesse fisicamente, ma più ci pensavo più il cazzo e il cervello mi dicevano che ero sulla strada giusta.Arrivato a casa vidi un messaggio sul cellulare da un numero che non avevo in rubrica. "Ciao, sono riuscita a prendere il treno, anche se ho rischiato di scivolare con i sandali ancora bagnati :-)" Io risposi: "Bene, altrimenti mi toccava portarti fino a ........ in macchina. Appena arrivi a casa mettili ad asciugare". Dopo qualche minuto arrivò la risposta: "Sì dai così domani li possiamo bagnare nuovamente. Ciao Buona notte!"Non riuscii a trattenermi e passai le due ore successive a masturbarmi più volte con l'aiuto di qualche video porno. L'indomani raggiunsi in macchina la città di Martina ed arrivai al locale dell'appuntamento, lei si presentò dopo alcuni minuti vestita con un abito molto casto, rispettando la sua figura "pubblica" e la prima cosa che controllai fu se avesse ai piedi i sandali del giorno prima. Così era.Sorseggiando l'aperitivo scoprii che lavorava come educatrice e che era impegnata in alcune associazioni di volontariato. Decidemmo di cenare in un ristorante tipico del centro. La cena scorse via in un attimo, parlammo di molte cose, ma non si arrivò mai a riprendere i discorsi della serata precedente, notai infatti che se provavo a spostare l'argomento sul sesso o a fare qualche allusione, Martina divagava cambiando discorso. Scoprii successivamente che al tavolo vicino al nostro sedeva il presidente di un ente con cui collaborava, e fu per questo che si comportò da donna casta.Usciti dal ristorante facemmo una passeggiata in centro città e a quel punto ritornò, almeno a voce, la Martina che mi aveva fatto sborrare così tanto la notte precedente.Mi disse: "Hai visto che ho messo i sandali di ieri?" ed io: "Come avrei potuto non notarlo", lei: "Li ho lasciati sul balcone tutto il giorno, non prima di averli lavati, sai, speravo di usarli dopo con te". Io: "Beh, li stai usando proprio ora, li indossi!", lei: "Dai accompagnami a casa così capisci cosa ho in mente". Io sperai con tutto il cuore, anche se non avevo mai provato attrazione per i piedi di una donna, che volesse usarli per qualche pratica sessuale.Martina abitava vicino al centro e ci avviammo a piedi, non prima di esserci baciati voluttuosamente in un vicolo del centro. Arrivò una chiamata sul telefono di Martina e la sua espressione cambiò, infatti quando riattaccò mi disse che la sua coinquilina, in precedenza le aveva detto che sarebbe stata dal suo ragazzo per la notte, ma che aveva litigato di brutto e che sarebbe tornata a casa e terminò: "Non possiamo andare a casa mia, lei è una bigotta e io sono rumorosa". Io vivevo solo, il mio fratellino era già sveglio e premeva ancora nella patta, così presi la palla al balzo per proporre casa mia come meta e lei accettò.Raggiunta la macchina ci dirigemmo verso l'ingresso dell'autostrada, iniziai ad accarezzarle una gamba e notai una certa approvazione da parte sua, così una volta superato il casello ed esserci immessi nelle corsie di marcia provai a risalire la sua gamba, mentre lei a sua volta accarezzava la mia mano. Giunto al punto apicale, notai con piacevole stupore che sebbene portasse un vestito casto, al tatto mancava la stoffa delle mutandine, di cui era priva.Martina mi accompagnò verso il suo sesso e mi incitò a massaggiarla.Nel frattempo dovevo stare molto attento alla strada, ma decisi di accodarmi ad un camion.Dopo un massaggio al clitoride Martina divaricò le gambe, appoggiandole al cruscotto e mi disse: "Dai masturbami".Io non avevo mai avuto esperienza di maneggi al volante, ma non mi sconvolsi e iniziai ad allargarle le labbra. La sua patata era già molto bagnata, infatti il primo dito entrò senza resistenze. Martina iniziò a gemere ad alta voce: "Ah ah ah, si che bel ditone, infilane un altro ti prego ah ah ah sì sì sììì..." Così ubbidii e infilai anche il dito medio. Sentivo i muscoli del suo sesso avvolgere le mie dita e quasi aspirarle. Il volume dei suoi gemiti aumentava a dismisura: "ah che bei ditoni, lo sapevo che ci sapevi fare, ah ah sì sì sì", fino a quasi diventare un urlo. L'urlo uscì dalla sua gola nel momento del primo orgasmo, la mia mano divenne un piccolo calice della sua sborra. A quel punto mi disse: "Ah sì che goduta, ah ah! Ora togli la mano e raccogli più succhi che puoi..", così tolsi la mano mantenedola a cucchiaio e lei subito abbassò i piedi dal cruscotto portandoli il più vicino possibile alla sua bocca: "Dai bagnami i sandali, che voglio leccare tutto il mio piacere". Io esterefatto, ma con il cazzo che stava esplodendo, cominciai a passare la mia mano destra sul suo piede sinistro. Lei prima mi leccò la mano e poi avvicinò il piede alla sua bocca e iniziò a leccarlo di gusto, gemendo quasi come stesse provando un nuovo orgasmo. Mio malgrado dovevo anche guidare, era notte e stare dietro ad un camion con il cruise control mi faceva stare tranquillo, ma comunque sempre con una parte della mia attenzione rivolta in avanti verso la strada. Non mi ero preoccupato di guardare indietro ed entrambi venimmo svegliati dall'estasi quando da dietro iniziarono a mostrarci gli abbaglianti. La mia macchina dell'epoca era dotata di tettuccio panoramico, la tendina era aperta e la luce di cortesia interna alla vettura accesa. Il camionista dietro a noi in posizione alta e privilegiata, doveva essersi gustato tutta la scena.Martina si girò, credo fosse arrivata alla mia stessa conclusione, infatti esclamò: "Abbiamo degli spettatori sconosciuti". A quel punto si rivolse verso di me ed esclamò: "Adesso tocca a te godere", si avvicinò con le sue mani, mi abbassò la cerniera dei pantaloni, non senza difficoltà riuscì ad estrarre il mio cazzo che sentivo già bagnato da quanto ero eccitato ed iniziò a segarmi. Di tanto in tanto si girava con lo sguardo sorridente e malizioso. Il camionista ricambiava con la fanaleria.Io che non ero per niente abituato a queste situazioni decisi di aumentare la velocità, e superare il camion di fronte a me. Martina mi disse: "No dai, mi piaceva giocare con l'autista". Io che sotto i suoi continui movimenti stavo per scoppiare risposi: "Ne troveremo altri, non mi è mai capitata una cosa del genere, mi piace tantissimo, ah sì che bello, dai che sto per venire" e lei: "No aspetta" e detto questo lasciò per un attimo la presa, si tolse il sandalo e lo tenne in mano, si protrasse verso di me e cominciò a succhiarmi la cappella, non prima di avermi detto: "Il neo nascosto è ancora più carino" Io ormai ero concentrato sul mio imminente orgasmo e mi limitai a grugnire, lei capii, si staccò dal cazzo e avvicinando il sandalo iniziò a menarlo a ritmo sostenuto. Sborrai una quantità di liquido mai vista, che lei indirizzò verso il sandalo. Appoggiò il sandalo fradicio al cruscotto e iniziò a pulirmi l'asta con la bocca. Io rallentai a tal punto che il camion che prima ci precedeva, si avvicinò a noi, Martina se ne accorse ed esclamò: "Un altro spettatore", prese il sandalo ed iniziò a leccare tutto il mio piacere protesa verso il mio lato, in modo che si vedesse chiaramente quello che stava facendo. Martina nel mentre disse: "Che buon sapore che hai!" Anche in questo caso la fanaleria del camion ci stava suggerendo che lo spettacolo era gradito. Rimise il sandalo ed esclamò: "Preferisco i nostri umori sui miei piedi allo spumante".Ci ricomponemmo giusto il tempo di arrivare al nostro casello di uscita.Io ero abbastanza sconvolto, non avevo mai vissuto una situazione simile alla guida, ma allo stesso tempo ero grato a Martina di avermi fatto scoprire il mondo fetish.Arrivati nel parcheggio di casa mia il mio fratellino non aveva perso nulla della sua erezione, nemmeno dopo aver goduto, così entrati in casa la portai subito nella mia stanza, ci spogliammo e facemmo l'amore raggiungendo più volte l'orgasmo fino quasi all'alba. Lei volle bere il mio piacere ogni volta ed ogni volta in modi diversi, ma questa è un'altra storia.La storia con Martina continuò per 3 anni in cui vivemmo molte situazioni cariche di erotismo, che vi racconterò se ne avrete piacere.
02-14-2022, at 02:11 PM
Alýntý
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